SKILLZ (2011)
al momento non ho ancora imparato a piegarmi i vestiti la sera quando me li toglo. accumulo e acciumulo, che sembrano due verbi simili ma non lo sono. nell’accumulare c’e’ spazio per un ordine, nell’acciumulare no. è l’accatastamento a casaccio per capirci, l’occupazione coatta e forzata delle spalliere delle sedie che smettono di essere sedie e diventano altro. e quindi accumulo e acciumulo. tutto tranne i calzini, i calzini li butto sempre alla rinfusa, ma per terra, non sulle sedie.
al momento non ho ancora imparato a tenere i conti, quando trovo una multa bestemmio tutti i santi che conosco, chiamo in causa il Signore e il suo figlio piu’ famoso e se sto proprio invelenito (cosa che capita quando la multa supera la cifra di euro 40) non mi faccio scrupoli e offendo anche la mamma, la mamma del figlio piu’ famoso del Signore, ovviamente, ma mi scordo di conservare la multa dopo averla pagata, anche perchè spesso di mi scordo di pagarla e quindi via con il raddoppio della cifra e col raddoppio della bestemmia.
al momento non ho ancora imparato a fare scorte, a mettere da parte, a pensare al domani. quando nella secret magic box non restano che due canne scarse io divido, centellino, ripartisco e ne faccio uscire almeno tre, se non quattro, ma non penso a chiamare l’uomo dei miracoli se non quando ho spento l’ultima. la famosa “the last”, ma in senso negativo. e allora entro nel panico, scatta l’ansia da approvigionamento e mi sveglio che l’unico pensiero è sono un emerito coglione sono un emerito coglione sono un emerito coglione. e via di caccia all’uomo.
al momento ancora non ho imparato a ordinarmi i dischi e neanche a tenerli con il rispetto e il riguardo che meriterebbero. invece li ammucchio alla rinfusa alternando pile orizzontali a quelle verticali. e se mi gira provo anche lo spazio diagonale. li metto a caso dove trovo spazio, a volte non c’entrano e allora li spingo con forza, rovinando la copertina che non sempre combacia con il vinile all’interno. non parliamo delle cosiddette mutande. quando devo suonare scatta la caccia all’angolo colorato. riconosco i dischi dagli angoli colorati delle copertine e questo mi rendo molto fiero, ma ciò non toglie che ci metto il triplo quando li cerco e che se li mettessi in ordine alfabetico avrei minimo un’ora in piu’ per dormire.
al momento ho imparato solo una cosa: a tenermi l’accendino quando mi chiedono da accendere. fingo una cortesia d’altri tempi, mi faccio cavaliere e con una gestualità quasi teatrale faccio accendere, ma dalla mano mia. non farsi fregare l’accendino è il primo passo per non perdersi mai del tutto in questo mondo bizzarro che tende a smontarti pezzo dopo pezzo. il secondo è tenere una cartina di emergenza stropicciata nel portafoglio. su questo ci sto ancora lavorando.