Quando i ragazzini si sparavano per strada e si mandavano al camposanto per una manciata di ideologie che forse neanche capivano fino in fondo, i proiettili volavano allegri per le strade delle nostre città e poteva capitare anche a te che te se ne ficcasse uno, chessò, nella rotula destra. così ti ritrovavi zoppo a vita anche se era più garbato usare il termine gambizzato. o magari ti entrava in testa e allora non avevi piu’ di che preoccuparti. basta problemi. semplicemente morivi per strada. se ti diceva bene ti ritrovavi il nome su una targa messa dallo Stato in qualche via di qualche città. lo stesso Stato che nell’ombra manovrava e tramava e che poi avrebbe scordato il tuo nome messo sulla targa e il nome della tua famiglia. e soprattutto il nome di chi ti aveva sparato. tantissimi sono stati quelli ammazzati dalle pallottole in quegli anni. e i proiettili sono fatti di piombo, per questo si chiamano gli anni di piombo.
Dopo poco si era tutti stufi di questi sconosciuti morti ammazzati che stonavano col panorama da cartolina del Belpaese ed ecco che in soccorso arrivano i meravigliosi anni 80. tanto benessere, tante auto costose, tanti rolex al polso, tantissimi scaldamuscoli fucsia, capelli con la lacca, yuppies, wild boys, paninari ma soprattutto…tantissimi socialisti. i socialisti calano su Roma e cancellano il grigiore austero della Democrazia Cristiana. si passa dal bianco e nero al neon sparato. apri tutto, smarmella. via le chiese con i politici timorati di Dio e vai coi night club dove gli onorevoli ballano sui tavoli a pancia piena. e tasche piene. perchè in questo paese quando la politica ride e balla vuol dire che va tutto bene. e dire che va tutto bene vuol dire che gli affaristi fanno affari, i piazzisti piazzano le merci, la corruzione corrompe e i porci ingrassano in vista del banchetto finale. come si sa, i porci sguazzano nel fango. amano letterlamente rotolarcisi in mezzo. e schizzano i porci mentre si rotolano, schizzano fango e il fango ti si secca addosso finchè non fa un po parte di te. e tu assomigli sempre un po di piu’ a Craxi. anzi, peggio, ai craxiani. gli anni di fango.
Ora c’è un piccolo uomo con la faccia di merda, i capelli tinti del colore della merda, la pelle col cerone che pare merda. si è comprato piu’ di mezzo Stato, piu’ di mezzo parlamento, piu’ di mezza popolazione e ha ridotto tutto a un bel mucchietto di merda su cui va a sedersi in cima per sentirsi il Re. ma non gli basta. ti ripete ossessivo che è il suo prodotto quello di cui hai veramente bisogno. e canta, e scherza, e parla in continuazione ma quando parla le sue parole puzzano di merda. intossicano. anche se sfodera un sorriso perfetto in ogni minimo dettaglio, i denti sgranati e sbiancatissimi, la puzza non se ne va. rimane. tutto intorno a lui trovi una schiera di cloni che nell’illusione di poter arraffare qualche briciola dal suo piatto striscia sulle ossa delle ginocchia pronta a leccargli il culo e pulirgli via la merda. mangandosela. tutta. e mentre te la offre è pronta a giurarti che è pure buona. anzi, buonissima.
Benvenuti negli anni di merda (in cui detto fra noi, ci sguazziamo ormai da quasi ventanni).