DESTRY & REBUILD (parte due) di Deep Masito 2012
LE MANI. Me l’hanno sempre detto che c’ ho le mani da pugile eppure ste’ mani quanno menano menano a n’artro modo. Hanno fatto molto de + de da’ cazzotti in trentaseianni de vita anche se a volte è stato proprio quello che serviva. Se je va’ possono scrive parole e concetti profondi senza manco che passano pè la testa, fanno da sole, nse sa’ ndo’ le piano. Una penna o un marker in mano e inizia lo spettacolo, danzando in un fluido, tra pensieri che diventano forma o concetti difficili da raggiungere ma che, nell’incoscienza della scrittura restano attaccati alla penna e finiscono, per sempre su carta, intrappolati. Dove parto lo so, n’do’ ariva’ lo scopro ogni volta e ogni volta mi meraviglio e svelo qualcosa di piu’ su di me, su chi so’. E’ come pescare, butti la rete e aspetti, quarcosa se pia. E’ buio pesto, l’incognita, “hic sunt leones” come gli Assalti.
Le mani so assurde, si interfacciano con gli oggetti che usiamo ogni giorno che diventano un prolungamento di esse; “Skills nelle mani” come ho scritto tempo fa, e’ proprio questo per me il concetto di hip hop, fare da soli con le proprie forze, avere in mano la possibilità di comunicare ed elevarsi al dì là della propria estrazione sociale, intelligenza, cultura.
Il writer è con le mani che esprime la propria arte, il dj le usa e le espone per manovrare i lucidi dischi di vinile che girano,il breaker ballando a terra o in piedi si dà equilibrio proprio con le mani esibendo la sua gestualità.
Nel writing vedi il carattere di una persona dal segno della propria firma, il ritmo della scrittura, le grazie, la forma. Puoi immaginare chi ha fatto la scritta guardando il segno, una mano distratta di uno che si guarda intorno oppure un segno deciso di uno che scrive così tardi che è l’unico per strada, quindi se la sfoggia.
Stessa cosa accade nella scrittura di un testo, ho sempre pensato che nel rap di una persona devi riconoscere il modo di parlare di chi lo fa’ , le pause, gli accenti, le sfumature, il rap e’ parlare a tempo diceva Mc Giaime (rip), il ritmo DEVE essere lo stesso, parlare amplificati e’ per me.
Le mani calmano co’ na’ carezza, e infiammano co’ un gesto, possono esse fero e piuma, co’ le mani se po’ cambia’ il mondo o distruggelo, dipende solo da chi le guida.
Chi arza le mani al prossimo spesso è una persona che non ci arriva con le parole, oppure che c’e’ poco da di’, comunque anche quello e’ un modo de esprimese e per tanti spesso e’ l’unico. Le mani mie so’ pe’ la pace ma a volte pè spiegallo m’e’ toccato usalle, la non violenza, è na bella cosa ma dentro stà societa’ mesà che non serve proprio a niente.
Nella cultura nostra quando saluti qualcuno lo fai con le mani, ognuno lo fa a modo proprio e spesso non ce se capisce niente e se finisce nell’imbarazzo generale. Mano sul cuore per chiudere il saluto come a dire “ti porto nel cuore fratello” anche se poi non ce se vole bene manco pe’ niente, anzi…
Con le mani un rapper sottolinea un concetto oppure mima quello che sta dicendo, il piu’ delle volte è un gesto istintivo; ai concerti poi so’ le mani alzate della gente a parlare, un mare di mani alzate illuminate dalle luci. Comunicano a chi sta suonando e si crea un dialogo onirico tra chi fa e chi a scolta ,e a volte pare che sta suonando tutta la sala, magia delle mani.