Per Valerio Verbano (2010)
Questo è stato un concerto importante e una giornata indimenticabile e Piazza Sempione era strapiena di gente. Sono nato nella Terra di Nessuno, a due passi da Batteria Nomentana e da pischello ho sempre fatto la spola fra il quartiere Africano e Montesacro. Il 38, il 38 barrato o il 58 ti portava da una parte all’altra del Ponte delle Valli. Chi nasce e cresce in quelle zone conosce a memoria i nomi di Paolo di Nella o di Valerio Verbano, e di molti altri. Li vedi scritti ovunque sui muri. Accanto a uno c’e’ la celtica, accanto all’altro c’e’ la falce e martello ma non è importante, è importante che i nomi li impari subito a memoria. Così pensavo che più o meno tutti a Roma conoscessero la storia di Valerio Verbano. Invece ho scoperto che non se ne sa praticamente un cazzo. Mi sono preso il libro “sia folgorante la fine” scritto dalla madre, Carla Verbano, che non ha mai smesso di cercare la verità sull’omicidio del figlio ucciso da tre fascisti. Nel libro Carla racconta gli “anni di piombo” ripercorrendo zona per zona tutti gli omicidi e i fattacci legati alla politica e all’estremismo armato di quel periodo. Nome dopo nome. Morto dopo morto. In tutte queste storie lo Stato non c’e’ mai. Mai. Prove e documenti che spariscono, indagini che si fermano e poi ripartono anni dopo. Solo bastoni fra le ruote di chi vuole fare un passo in avanti. Boccate di fumo soffiate in faccia a chiunque cerchi una parvenza di verità e giustizia. Fumo nero. Ecco perchè Carla Verbano scrive “morirò senza ringraziare NESSUNO”. Ecco perchè è stato importante esserci quella sera.